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The Newsroom – 1×09 – The Blackout Part II: Mock Debate

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the newsroom 1x09

Tante idee, ma confuse e contraddittorie.
Mi fa questo effetto The Newsroom.
Capisco, addirittura condivido tante critiche che sono innegabili.
Ma vivo ogni puntata con la tensione di un thriller, e alla fine mi alzo e grido “ancora, ancora!!”.
Sulla mia visione influisce la “deformazione professionale”, visto che faccio quel lavoro lì: passo 10 ore al giorno in una redazione. Nei meccanismi che Sorkin racconta mi ci ritrovo in pieno: le discussioni, persino le paternali, la tensione prima dell’Onda, persone pronte a sgomitare per un minuto in più o per veder realizzata la propria idea, rapporti interpersonali che si sviluppano in un microcosmo fatto di individui sempre sotto gli occhi di altri, ciascuno col suo carattere e paturnie varie, persino gli ammiccamenti e le storie più o meno romantiche. E ancora: la costruzione della notizia, la ricerca degli interlocutori, del come e in che modo formulare una domanda.
Da questo punto di vista mi pare tutto piuttosto realistico, al netto dell’idealizzazione di Sorkin su “adesso vi dico come dovrebbe essere il giornalismo” e di alcune palesi semplificazioni narrative. Ed è quel misto di aggancio alla realtà e fiction che con me funziona.
E sì, mi piace pure il triangolo-quadrangolo Jim-Don-Maggie-Lisa, che in questo nono episodio arriva ad una svolta cruciale.
Capisco anche che di questi aspetti, per me entusiasmanti, alla maggior parte degli spettatori non possa fregare di meno. Ragion per cui arrivati praticamente in fondo alla stagione ancora non ho ben capito che cosa sia The Newsroom, e quanto freghi a Sorkin di chi lo guarda e perché.
Un po’ la logica del comizio: chi viene ad ascoltarmi viene per me, lo faccio come dico e voglio io perché sono nel giusto, e poi comunque farà discutere e se ne parlerà. Ci sono comizi storici, altri irrilevanti, altri noiosi o semplicemente appassionanti per il tempo che durano, e che lasciano la voglia di sentirne un altro. TN Non è certo storica, di sicuro non irrilevante, il resto è opinione di ciascuno.

The Blackout Part II: Mock Debate

Abbiamo lasciato i nostri con una serie di dubbi da risolvere, al buio per di più.
E l’apertura ci mostra una Mac fuori controllo al punto da leggere come intervento divino l’assenza di corrente; Mac che per un attimo torna ad essere al centro della scena, anche fisicamente, con uno dei suoi discorsi carichi di retorica passione che nasce però da presupposti completamente sballati.
La scenata, il “son of a bitch” isterico e lo sguardo di compatimento di Will, poi la seconda scenata sull’ex fidanzato, alimenteranno ulteriormente le accuse di maschilismo, credo.
Il quarto d’ora di celebrità di Mac dura poco, e presto il centro di tutto tornerà Will.
Cos’è infatti il Mock Debate se non un altro modo per mettere Will al centro dell’attenzione? Mi hanno insegnato che quando intervisti un politico, la domanda che fai ha valore doppio, tanto lui risponderà comunque quello che vuole: a quel punto meglio far bella figura con una domanda incisiva. Quando il politico di turno non può deviare ed è costretto a rispondere, le cose si fanno interessanti: se però la conduzione è affidata all’aggressività di Will, è inevitabile che tutto finisca per ruotare comunque attorno a lui. E’ la differenza tra un interrogatorio e un’intervista: il dibattito salta anche per questo, non solo per l’inevitabile imbarazzo dei dirigenti repubblicani cattivi (ciao Adam Arkin!). Sorkin però apre un dilemma interessante: c’è una terza via tra Will McAvoy e “quali brani hai sull’Ipod?” (citazione vera!). “I’m sorry”: forse se lo chiede anche Will.

E’ la terza volta poi, se non sbaglio, che una fortunata coincidenza risolve un problema di ospiti: due ci potevano stare, ora diventa eccessivo. Ci pensa Lisa con una grandissima performance che rompe gli schemi (e anche il suo negozio), confermando però il suo ruolo di personaggio un po’ ingenuo.
Altro bel quesito: come distinguersi dalla pornografia quando si affronta un caso di cronaca nera? Siamo certi che la redazione di News Night non potesse trovare un altro modo? L’esito infelice di quell’intervista suona come la punizione per essere andati contro i propri principi.

Esploderà nel finale di stagione: per ora lo spionaggio da parte della TMI viene liquidato con la stroncatura della fonte di Charlie alla NSA,mossa che evita di chiudere in modo troppo semplice la questione e apre scenari giganteschi per il finale. Attenzione: la fonte non salta per la credibilità delle sue informazioni, ma per trascorsi privati che renderebbero lui stesso poco credibile. Ma così è, e pure i nostri rivoluzionari da redazione se ne devono fare una ragione.
Prende invece (e finalmente) un senso il lavoro di Neal che entra in contatto con l’anonimo che ha minacciato Will. Pronti ai botti.
Continuano a restare un piacevole e gradevole contorno rosa il già citato quadrangolo e il triangolo Mac-Will-Brian, con tanto di sguardo-rallenty di Mac tra i due, degno del migliore Beverly Hills. Anche qui, tutto molto preparatorio.

Nel complesso questo episodio mi ha lasciato un po’ più freddo degli altri, nonostante i diversi momenti goderecci. Rivedendolo, in realtà succedono un sacco di cose, però non mi è piaciuta la chiusura un po’ frettolosa dei casi Anthony-Anthony, troppo facilmente liquidata dal “adesso apriamo sul debito!”, mentre il modo goffo con cui sono state gestite le cose dovrebbe scatenare ben altri casini.
Qualche dubbio anche sul modo di trattare i personaggi. Al contrario di molti altri ho vissuto da subito una grande empatia ed interesse, ma in questo episodio alcuni di loro restano troppo confinati nel loro clichè: vedi Mac, Maggie, Don e Lisa. Altri sono in grandissima evoluzione: Will, ma soprattutto Sloan. Come si fa a non amarla?

Mi è piaciuto molto invece il finale: questo lavoro è fantastico, coinvolgente, appagante. Ma spesso è totalizzante, e fuori dal collettivo della redazione siamo pur sempre individui, col rischio di trovarci irrimediabilmente soli.

  • Vintage alert: Will che fuma in redazione…aaah, “Good night and good luck” e il giornalismo “di una volta”…!.
  • Momenti Stanlio e Ollio: Will che si infila i pantaloni… aah, la bella comicità di una volta….!
  • Ricordo che, in quel periodo, il voto del congresso USA sul tetto del debito era stabilmente su tutte le prime pagine dei nostri giornali. Vista dall’Europa, dunque, questa accoppiata di puntate spiega l’oceano che divide i due continenti: le priorità, il momento storico, e dove media e interessi generali preferiscono portare l’attenzione.
  • Canzone finale: Amy Winehouse, “Will you still love me tomorrow“, cover delle Shirelles ricantata da svariati artisti.
  • Io voglio che Jim e Maggie si mettano insieme, per quanto il comportamento di Don sia non solo comprensibile, ma condivisibile rispetto ad una tale palla al piede.

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