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Treme – 2×07 – Carnival Time

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Treme - 2x07 - Carnival Time

Cara New Orleans,
ne hai passate tante, lo sappiamo, e con te i tuoi cittadini.
Quei cittadini che sono la tua anima, ma che possono anche essere il tuo carnefice.
Quei cittadini con cui hai condiviso lutti e distruzione, la speranza di rinascere e l’insofferenza per un futuro che non arriva.
Quei cittadini che il futuro si sforzano di costruirlo partendo dalle tradizioni, e quei cittadini che ti usano, egoisti, per sopravvivere con qualunque mezzo, e condannano te e loro stessi.
Ma, cara New Orleans, oggi hai l’occasione della vita. Tocca a te, e alla tua parte migliore saperla sfruttare.
Ne va del tuo domani.

Carnival time, scritta da David Simon ed Eric Overmyer, diretta da Brad Anderson

Treme è il flusso vitale dei suoi personaggi, protagonisti sullo sfondo di una città che si muove e cambia con loro, in una relazione continua e tormentata.
Oggi la scena se la prende New Orleans, e le vicende dei nostri amici passano in secondo piano.
Perchè non è un carnevale come tutti gli altri, e non è il solito Mardi Gras.
Per tutta la stagione Simon e Overmyer ci hanno mostrato una città che non riesce a venir fuori dal post-Katrina, vessata da una criminalità diventata ormai insostenibile. Ma abbiamo anche visto i primi segnali di ribellione, di chi non ci sta: i cittadini che la loro città se la vogliono riprendere, una polizia che, grazie alla persona del Lieutenant Terry Colson (e all’influenza di Toni su di lui), sembra aver capito che il necessario pugno duro non può e non deve pesare sulla voglia di rinascita.

Questo Mardi Gras è la prova decisiva di maturità di NO, dei suoi abitanti, e della polizia. E tutti la superano brillantemente.

Lo rendono al meglio i dialoghi: poche battute, come efficaci pennellate, fanno capire che gli eccessi sono controllati e tollerati (vedi come si pone Terry con la ragazza con le poppe di fuori); che per chi vuole rovinare la festa stavolta proprio non ce n’è (“perchè vuoi prendere ciò che è rimasto di questa città e trasformarlo in merda?” Dice il nostro David Morse al ragazzino arrestato con una pistola). Fino alla conclusione felice: “Due sparatorie ma niente omicidi e nessun disordine alle parate. Dopo un’annata simile,credevo fosse questo il Martedi’ Grasso  in cui avremmo perso il controllo.
E New Orleans può esplodere nella sua festa di liberazione. E qui sono fotografia e regia a fare da protagoniste. La prima rende al meglio il frastuoni di colori e luci, il ritmo altissimo della seconda ci porta dentro l’euforia frenetica. Sulla musica non mi soffermo: provate a chiudere gli occhi, ed è come vedere la puntata. E a noi davanti allo schermo sembra di essere immersi nella festa.
Vince la linea di Terry Colson, vince la linea del Counceler Oliver Thomas che discretamente appoggia i comitati dei cittadini e i club privati che animano le parate, senza turbare i delicati equilibri che reggono la città. E dall’altra porta abilmente i soldi necessari alla parata tirando dentro Nelson Hidalgo, arrivato a New Orleans per “spremerla” economicamente, ma che forse inizia ad affezionarsi e capire che deve dare qualcosa in cambio. Perchè anche da un cocco d’oro può nascere qualcosa di buono… O almeno così ho interpretato il rapporto tra i due. Anche se ho il dubbio che non sia nello stile di David Simon la storia del cattivo imprenditore rabbonito dal clima di NO. Vedremo.

I protagonisti, dicevamo, oggi sono sfondo della città, ma non per questo secondari: le loro storie (sempre molto parallele, anche se come nella prima stagione iniziamo a vedere qualche punto di contatto) sono strettamente intrecciate con NO, e questo carnevale diventa un punto di svolta anche per loro. Ma non tutti lo coglieranno.

Inizio dai miei preferiti, Annie e Davis. Li adoro, ho un debole per loro. Non potevano che essere il mio screencap, anche se altre immagini forse erano più rappresentative di una puntata che è tutta uno screencap. Mielosamente innamoratissimi, ma iniziano a spuntare i primi contrasti di coppia. Complice una pazzesca festa di carnevale in cui Harley (il musicista Steve Earle, sempre più nella parte) trascina Annie FUORI da NO!!! Inconcepibile per Davis, che trova il modo di restare, anche se poi  Annie si pentirà della lontananza… Il loro ormai è un rapporto maturo e solido. Davis, i know your heart.

Eh si, perchè è dura stare lontani da NO il Mardi Gras. Lo sa bene Janette, che però sembra farsene una ragione, confinata a New York. Un’altra battuta efficace – a NO è mardi gras, qui è solo martedì – ci conferma la distanza della nostra città preferita dal resto degli USA. Spero che non sia anche il distacco di Janette. Basteranno una torta e una telefonata con un’amica nel casino della festa a convincerla al ritorno? Sempre troppo poca Kim Dickens: un po’ di più, per cortesia.

Chi alla svolta ci è costretto è Sonny. E per lui significa stare lontano da NO. O cambia, o in città non c’è più spazio per quelli come lui. L’avrà capito? Un carnevale in mare a pescare ostriche non può che fargli bene, o almeno si spera.
Un altro costretto a cambiare è il nostro Antoine Batiste. Non è più tempo di fissare tresche con una tabella di marcia da maratoneta: ci sono i figli. I suoi, e quelli della sua scuola, incarico prima subìto, ora accettato perché è pur sempre un modo per essere leader al centro dell’attenzione. E il goffo tentativo di rifilare i figli alla moglie è uno dei siparietti più divertenti della puntata.
Ladonna, ormai, è sempre più sprofondata nel dolore. Lei dallo stupro non si è mai ripresa. Non ce la fa, troppo distante il carnevale da come si sente, anche per provare a fingere e rialzare la facciata di donna forte, ormai crollata.  E anche lei resta lontana da NO. Distacco fisico e morale. Ladonna è l’unica di cui, per ora, non si vede una via di uscita. Per favore, ridatecela presto.
Anche per Sofia è una grande occasione, per prender coraggio e chiudere con la morte del padre. Ma non ha ancora perdonato sua madre per averle tenuto nascosto il suicidio. La svolta che lei non coglie arriva comunque, perchè Sofia tocca il fondo, e solo il salvataggio di Davis evita il peggio.
Chi la svolta la coglie è Albert Lambreaux. “Il più bello di tutti” alla parata degli indiani, dopo un anno di lavoro e perline. Basterà la bella giornalista (è lei, vero, in quella camera d’albergo, con un Delmond più stupito che perplesso?) a ridargli fiducia nel futuro? Spero di sì, rivoglio il nostro Big Chief più combattivo che mai.

Sono onorato che mi sia toccata in sorte questa puntata, che secondo me è la più bella della stagione, oltre che il suo momento topico.
Scrittura, regia, suono e fotografia che rendono al meglio i due punti di vista: festa e tensione, gioia e controllo, entrambi fondamentali, gli assi portanti della puntata, in un’alternanza di toni spassosi e drammatici. Attori che ci fanno vivere da vicino i loro stati d’animo.  Non sempre quando il materiale è di primissima scelta i risultati sono ottimali. Ma qui c’è David Simon.
Quattro e mezzo, perchè voglio più Janette.

P.S:la puntata merita un approfondimento sulla storia del carnevale di New Orleans, per saperne di più su medaglioni, scarpe, cocco e tette di fuori. Siccome ho già scritto troppo vi linko quello che  mi pare di capire sia il sito ufficiale, dal quale si può anche prenotare un viaggetto. Mentre scrivo mancano 253 giorni,  9 ore, 8 minuti e 38 secondi. Personalmente ci sto facendo un pensiero molto serio…

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