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Sons of Anarchy – 4×02 – Booster

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Sons of Anarchy - 4x02 - Booster

La prima della stagione mi aveva lasciato parecchie perplessità. Due su tutte: lo schema ripetitivo usato da Sutter –puntata lenta, botto finale, le soluzioni fin troppo facili per riassumere cosa è successo in 14 mesi- ma forse non poteva essere diversamente, e l’impressione di una scrittura troppo mirata a soddisfare gli addicted della serie come il sottoscritto. Mi era piaciuto molto invece un aspetto: togliere i punti di riferimento su chi siano i buoni e chi i cattivi. Se Hale e il nuovo sceriffo sono senza dubbio degli stronzi, anche i nostri eroi ce la mettono tutta per non essere proprio dei fuorilegge romantici per cui fare il tifo. E se per un attimo abbiamo pure parteggiato per il buon Jax contro il perfido Clay, anche qui dobbiamo presto ricrederci.

Il club e i suoi membri, stavolta, si son ficcati in un casino tale per cui a) hanno nettamente imboccato la via dell’autodistruzione, e b) al momento io non vedo via d’uscita. La ragione di tutto ciò e una: come sfuggire alla vendetta di Russi, Irlandesi e tutti quanti si è messo contro il Club? Diventando amichetti di qualcuno più grande e spietato. Nel caso specifico, il Cartello dei narcos messicani. E il Cartello (con la C maiuscola) non scherza un cazzo.

La puntata scorsa era finita con una strage. Questa inizia con tre coppie, tre Old Lady, tre reazioni diverse alla notizia. Gemma, la più forte e la più sgamata, da per scontato che i botti post-matrimonio siano opera dei nostri, archivia rapidamente la questione con Clay e si preoccupa più della curiosità di Tara per la morte di John Teller. Tara chiede, e vuol sapere. E la cosa evidentemente le piace poco visti i buoni propositi per il futuro. Opie invece cerca di proteggere Lyla, la Old Lady più fragile, mentendole spudoratamente.
Ma il peggio deve ancora venire, e il peggio è il Cartello. Perché da questa redditizia partnership commerciale (i SoA smerciano le loro armi, ma trasportano la coca per i narcos. E dalla droga i SoA si son sempre tenuti alla larga) non si esce con un ciao e grazie, ed è poco pensabile fare due giochetti come con russi e irlandesi. Lo sanno Clay e Jax, che nel ruvido confronto si scoprono assai simili. Jax ci prova a fare il bravo ragazzo, accusando Clay di voler fare soldi per i propri interessi, ma è puro gioco delle parti per arrivare al suo, di scopo. Che poi è lo stesso: fare soldi in maniera rapida e uscire dal Club senza vendette. Chi è il più ipocrita tra i due?

Sì, perché il Club è la famiglia, almeno a parole. Ma per chi ha un’alternativa di vita diventa una zavorra da sfruttare fin che si può. Chi un’alternativa non ce l’ha, non può non vedere che da questa strada non si torna, e la strada porta dritta al baratro, come dice Bobby in faccia a Clay.
Bobby, Tig, Chibs, Juice, Piney: pedine consapevoli in un gioco di potere che ora è andato oltre anche per loro, con la caduta via via di tutti i limiti che si era posto lo stesso Club per la propria sopravvivenza. Anche per loro adesso è questione di sopravvivenza, perché il Club è tutta la loro vita. Come reagiranno, quando le cose si metteranno inevitabilmente male per il doppio gioco dei loro capi? Neanche Opie si fa fregare, ed è ancora un face to face tra lui e Jax a mettere in evidenza l’ipocrisia del giovane Teller. Ridono i nostri, quando il Cartello gli salva il culo dalla sete di vendetta dei russi, dandogli l’apparente protezione di cui hanno bisogno. Ma c’è poco da ridere, perché quella protezione è la conferma che il Cartello tiene i nostri per le palle. E se non l’avete ancora capito, il Cartello non scherza un cazzo.

Con un Club tanto impegnato a farsi male da solo appaiono quasi marginali le provocazioni del neosceriffo Roosevelt, che sa dove colpire per far male ad una Gang: i simboli. Prima il divieto dei giubbotti, poi la violazione della Chapel. Mentre Lincoln sta ancora prendendo le misure per picchiare duro: il primo round è andato ai SoA, che con quei cadaveri scaricati nel cantiere del nuovo quartiere di Charming hanno avuto in cambio un magazzino per stoccare le loro merci (e anche qui viene meno l’ideale: bloccare la speculazione a Charming, a cui vengono anteposti gli interessi personali dei leader), ma c’è da pensare che l’eccentrico procuratore risponderà presto, anche perché sul conto c’è la morte di un agente infiltrato.

Va avanti anche la scoperta degli scheletri nell’armadio dei SoA, attraverso una sempre più decisa e intelligente Tara. Scopriamo che Unser sa come è morto John Teller, forse ha persino coperto Clay e Gemma, che di fronte al vecchio sceriffo non parla di incidente, ma dice esplicitamente che John è stato ucciso. E se non sbaglio, è la prima volta che viene deto in questi termini.

Secondo me, la puntata fa le due cose che SoA sa far meglio: spinge decisamente sulla trama, e allo stesso tempo sull’approfondimento dei personaggi, anche quelli apparentemente secondari. L’episodio mi è molto piaciuto, era da un po’ che non vedevo una puntata che mi dava soddisfazione come questa. E mi sta molto bene la scelta narrativa che lascia parecchie incertezze sul futuro: vista la strada presa, se non sapessi che Sutter ha in mente sette stagioni, inizierei seriamente a pensare che questa possa essere l’ultima.

Quattro stelline piene e convinte, con la speranza di continuare sui livelli che furono della seconda stagione.

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