Non è facile recensire una serie appena stroncata dall’unica critica che conta veramente: quella di Serialmente e della sua community (a proposito: grazie allo staff di Serialmente per avermi rifilato cotanta sòla!!).
Mi ero dato l’obbiettivo di non farmi condizionare e cercare di tirare fuori il meglio, gli spunti positivi da questo quarto episodio. Altrimenti sarebbe stato come sparare sulla croce rossa. Ma, diciamo la verità: se la crocerossina in questione è la pur bellissima Shelley Conn, mi prendo la licenza di sparare. Col bazooka, però.
L’episodio mi ha fatto davvero pena, tanta è stata la noia, la prevedibilità, la banalità.
Il momento più bello sono stati gli unici undici secondi in cui finalmente vediamo un vero dinosauro incazzoso, che finalmente si mangia una persona (tranne i piedi, apprendiamo) e giustamente merita lo screencap. Anche se forse sarebbero state più rappresentative il comandante Taylor che si trasforma in Rambo, o la faccia ebete compiaciuta di Mira (si, per 30 secondi sono tornati pure i Sixers. Come, non vi ricordate chi siano?) all’apprendere l’unica vera novità della – ah ah ah – trama orizzontale: il figlio dell’unico poliziotto della città lavorerà in un bar il cui barista è in combutta con i suddetta Sixers che hanno il modo di far venire persone dal futuro anche senza l’apertura delle finestre temporali. Stica. Spariti completamente invece i graffiti e persino il figlio di Taylor, che quando perde la memoria si ricorda della moglie ma non del figlio che cerca disperato.
Ah, si, perchè i restanti 40 minuti di inutile “caso della puntata” sono che praticamente salta fuori che c’è una stazione di studio (una via dimezzo tra la botola di Lost, e le stazioni del Dharma Project sempre di Lost) che non comunica più con la base perché si è diffuso un virus che fa perdere la memoria. Ci vanno la Dr Shannon che si ammala, il Commander Taylor che si ammala. Li raggiungono poi il biologo Wallace che si ammala e ovviamente il nostro eroe Jason O’Mara che per fortuna ha preso il raffreddore dalla figlia e proprio il raffreddore lo salverà dal virus. E poi salverà gli altri. E già che c’è la moglie inventa pure il vaccino per il raffreddore.
Banale e scontata la manfrina di Shannon moglie che non si ricorda di Shannon marito ma l’ammore è più forte della memoria. Banale, scontata. E nemmeno divertente il tentativo da finto tonto del biologo Wallace di approfittarne per provarci. Inutile la storyline della figlia Maddy col bel soldato, pretestuosa quella tra il figlio Josh e Skye (Allison Miller, tesoro, che ci fa il tuo bel sorriso in un ruolo tanto mediocre? Rivoglio la giovane donna idealista, decisa e attraente di Kings) che prima si baciano poi lui si ricorda che ha una ragazza e lei gli dice che sa come farla arrivare dal futuro. Boh.
42 minuti infiniti, senza uno spunto interessante, con nell’ordine:
- momenti imbarazzanti (a un certo punto sparisce la corrente perché agli ovosauri piace sgranocchiare cavi di nickel. Ma poi quando serve per risolvere il caso la corrente c’è).
- cose buttate li a caso (tipo il caso della puntata che spunta dal nulla. Allora vale tutto.)
- totale incoerenza narrativa (spariti il figlio del comandante, i graffiti, rispuntano i Sixers)
Più scorrono le puntate, più le potenzialità dello show vengono scientificamente buttate via. Può sempre recuperare, ma visto l’andazzo mi pare improbabile. Mi sa che abbiamo già il premio FlashForward della stagione.
Unica nota positiva:
- Damien Garvey, il barista traditore, che ricordo piacevolmente come uno dei protagonisti della terza stagione dell’ottima serie australiana Underbelly, Underbelly-The golden Mile, dove interpretava il capo di un gruppo di poliziotti corrotti. Si vede che la parte del traditore gli esce proprio bene.
Ok, ho sparato sulla Croce Rossa. Ma onestamente, che potevo fare?
Mi prendo fino in fondo le mie responsabilità, e metto una stellina e mezza. Una va tutta al dinosauro affamato, mezza a Damien Garvey.
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